Il paradigma è perverso e smascherato l’inganno esso conduce alla lacerante convivenza.
Due le possibilità, o la fuga o la passiva accettazione. La conoscenza non si cancella e nella confusione della quotidianità, nel cercar di calarla nel debito torpore, produce un sinistro e stridente effetto da attrito.
Questo è il mondo della massimizzazione, della massimizzazione del profitto, e non c’è più alcuna speranza che naturalmente esso tenda all’evoluzione, all’equilibrio ed all’armonia.
Il flash illusorio dell’era tecnologica reclama, dopo una rapida inversione di marcia, ingentissime risorse umane ed ambientali. La cultura non è riuscita a correggere la stortura e ha ceduto il passo all’accettazione passiva e giustificata.
Gli uomini vedono corto e dimenticano presto, anche se la storia, con i suoi meccanismi, continua a seguirci, semplice, vicina e chiara.
Il mercato è legge, legge di pochi sui molti, che condiziona la vita dei popoli ed il destino del pianeta. E’ tanto semplice e ripetuto da sembrar fabula, ma è proprio in questo che sta la sua forza.
La competizione del mercato globale esige insindacabilmente massima resa delle risorse umane con sempre minor spesa, ricorrendo per questo al plagio mediatico ed agendo sul modo di pensare dove prima poteva con la forza.
Il paradigma è perverso e troppe parole rischiano di confondere, ma le sue aberrazioni sono ormai nel DNA delle masse e per questo è così difficile scorgerle. Non è più tempo di illusioni né per chi si aspetta di meglio né per chi immagina altro.
A spezzare le sue leggi non saranno né governi né movimenti progressisti né rivoluzioni al suo interno… un paradigma in qualunque maniera reagisca ai più diversi stimoli, conduce sempre a se stesso.
Un nuovo modo di pensare attende l’uomo della massa e da esso un nuovo modo di agire, ma come il vino nuovo non può stare nell’otre vecchio , così una nuova coscienza è necessaria per accoglierlo. Un nuovo modo di pensare spezzerà i vecchi inganni e le vecchie catene e nuovi orizzonti gli appariranno al posto delle ombre.
Due le possibilità, o la fuga o la passiva accettazione. La conoscenza non si cancella e nella confusione della quotidianità, nel cercar di calarla nel debito torpore, produce un sinistro e stridente effetto da attrito.
Questo è il mondo della massimizzazione, della massimizzazione del profitto, e non c’è più alcuna speranza che naturalmente esso tenda all’evoluzione, all’equilibrio ed all’armonia.
Il flash illusorio dell’era tecnologica reclama, dopo una rapida inversione di marcia, ingentissime risorse umane ed ambientali. La cultura non è riuscita a correggere la stortura e ha ceduto il passo all’accettazione passiva e giustificata.
Gli uomini vedono corto e dimenticano presto, anche se la storia, con i suoi meccanismi, continua a seguirci, semplice, vicina e chiara.
Il mercato è legge, legge di pochi sui molti, che condiziona la vita dei popoli ed il destino del pianeta. E’ tanto semplice e ripetuto da sembrar fabula, ma è proprio in questo che sta la sua forza.
La competizione del mercato globale esige insindacabilmente massima resa delle risorse umane con sempre minor spesa, ricorrendo per questo al plagio mediatico ed agendo sul modo di pensare dove prima poteva con la forza.
Il paradigma è perverso e troppe parole rischiano di confondere, ma le sue aberrazioni sono ormai nel DNA delle masse e per questo è così difficile scorgerle. Non è più tempo di illusioni né per chi si aspetta di meglio né per chi immagina altro.
A spezzare le sue leggi non saranno né governi né movimenti progressisti né rivoluzioni al suo interno… un paradigma in qualunque maniera reagisca ai più diversi stimoli, conduce sempre a se stesso.
Un nuovo modo di pensare attende l’uomo della massa e da esso un nuovo modo di agire, ma come il vino nuovo non può stare nell’otre vecchio , così una nuova coscienza è necessaria per accoglierlo. Un nuovo modo di pensare spezzerà i vecchi inganni e le vecchie catene e nuovi orizzonti gli appariranno al posto delle ombre.