giovedì 10 aprile 2008

Necessità di una astensione.

Oggi, alle soglie delle elezioni politiche 2008, dire NO AL VOTO non è segno di irresponsabilità, come stanno cercando di farci credere, ma impellente necessità. Le previsioni di un aumento delle astensioni ha dato il via a tutta una serie di messaggi sull’importanza del voto, sul diritto che ne abbiamo e sull’opportunità di una scelta, a differenza dei paesi che non conoscono libertà. E’ questione di sopravvivenza; hanno bisogno di noi, non noi di loro, o almeno non di questi.
È un altro passo della storia d’Italia: si rivà al voto dopo soli due anni, ma più che un passo del popolo italiano è il solito muover di chiappe dalle poltrone del potere. Il dosaggio con il quale ci sono state inoculate la sfacciataggine, l’illegalità e l’impunità della classe politico-imprenditoriale ha inevitabilmente e volutamente portato ad assuefazione. Chi paga, e pagherà è solo il popolo, i miserabili …; la presa per il culo continua, demagogico-amorevolmentedammiilvoto oggi ed arrogante poi, a cose fatte, …. ma nessuna indignazione, … nessuna reazione !
L’indifferenza è la normalità ed il monopolio mediatico si bea di questo funambolismo; nessuna possibilità di elezione diretta dei candidati (legge Merlin) e tutta la lista dei condannati in via definitiva di nuovo al suo posto; le solite pluricoalizioni, le solite facce, le solite bugie ed in più, novità, dei programmi fantascientifici dalle cifre impossibili. Un piccolo sforzo ci chiedono e un grande impegno per quella piccola X che equivale a premere quel bottone che li renderà nuovamente - la nuova casta, eletti e non - intoccabili, ricchi, impunibili, ma soprattutto inutili, nonchè dannosi per noi e per il paese. Ci accusano di indifferenza e qualunquismo, ma hanno solo PAURA che non si vada a votare ! Una scheda nulla fà ancora il loro gioco, ... sanno che ci siamo. Quando non ci vedranno più, allora forse e solo allora, si accorgeranno di noi e ci verrano a cercare.
Per loro è questione di sopravvivenza, e solo gli indifferenti ci possono ancora credere !
Non votare non è indifferenza, ma estrema consapevolezza;
presa di coscienza che solo non alimentando più alla radice, e cioè con il voto, questo sistema, le cose forse cambieranno.
Ci diranno che non fa differenza, e che basta un voto per essere eletti, ma è un monito, e poi chi rappresenti quando nessuno, o quasi, ti ha votato ? Il prezzo di ogni decisione diventa alto quando nessuno ti ha voluto !
Non è indifferenza, ma il primo passo di quella marcia verso la non collaborazione, l’unica arma legale e non violenta, altamente pericolosa, corrosiva e rivoluzionaria, la sola capace di ledere la struttura cristallizzata di un sistema che si alimenta e continua a vivere nutrendosi per lo più del tacito consenso di un popolo ormai disilluso e distratto.
Tra le pieghe della speranza perduta di una qualsiasi partecipazione proficua, l’alba di un'idea pericolosa: quella dell’astensione, della non collaborazione, della non partecipazione creativa.
Il futuro non è incerto solo quando per tranquillità continuiamo a rigettarci il già vissuto, ma non sempre questo è un bene.
I giorno sono nostri ….. la storia non si fà da sola.