QUESTA è la mia poesia di questa notte. Al supermercato della stazione la temperatura era quella di fuori o poco più. Otto ore in cassa e la ragazzina al mio sgomento ha sorriso solo con un - è sì, è proprio un gelo. Lei non conosce alternativa, non è programmata per reagire, non avrebbe strumenti per reagire. Lei non possiede nemmeno un linguaggio che possa produrre qualcosa che si contrapponga a questo. Il riscaldamento costa. Lei non ha diritti, e se vorrebbe farli valere dovrebbe violare. Se un operaio muore dal freddo è convenzione, ..il riscaldamento costa. I benefici negli ambienti di lavoro sono un lusso, chi li reclama, per farlo deve violare la convenzione.Chi alza la testa e per reclamare si ribella violando è un vigliacco che non accetta la convenzione e se il suo linguaggio emette, è apologia di reato.Quando un operaio muore è statistica e c'è democrazia; se un amministratore si sente minacciato da quel linguaggio, non c'è democrazia nè dialogo, ma solo vigliaccheria.
Questa è la mia poesia di questa notte ed è molto più maledetta di quello che sembra. E' la mia poesia tinta di sangue che dedico a tutti i poeti maledetti che esitano.
Quella era la spina di oggi su di un petalo di rosa, questo il linguaggio più pudico che convengo per urlare e per sperare, ...per sperare di non soccombere da solo a questa fredda e macabra liturgia.